Marino al mare

La Capitale in burletta

Che su Roma si arrivasse a i toni della burletta, era quasi da mettere nel conto, se non fosse che la situazione della Capitale d’Italia, non è nemmeno drammatica, è tragica. Il sindaco Ignazio Marino si trova ancora dall’altra parte dell’Oceano, convinto che fra un’immersione subacquea ed un’altra, la bufera è già passata. Guarda quanti pesci meravigliosi vivono felici sulla barriera corallina. Possibile che le cose non vadano per il meglio anche in superficie? Questa è la pasta di cui è fatto il sindaco. Il divertente, o appunto, il tragico è che attraverso i suoi fedeli in Campidoglio, Marino ci tiene a rimarcare chissà quale posizione: Fui lui a chiamare gli ispettori del ministero dell’Economia, e lui a rimarcare che degli otto punti indicati da Alfano ne avrebbe già rispettati sedici! Si capisce che stia ancora in vacanza: Marino ha fatto il doppio di quanto il ministro dell’Interno nemmeno immaginava di chiedergli. Nemmeno il talento di Bulgakov avrebbe saputo creare personaggi simili. Personaggi per cui tutti gli altri vivono un abbaglio colossale, quando loro hanno già risolto tutti i problemi, dalle procedure sugli appalti, al blocco degli affidamenti diretti, fino alla rotazione dei dirigenti che per carità, non si possono licenziare. E di questo Marino si rammarica, perché lui caccerebbe tutti. Inutile fargli presente che lui ha non fatto un bel niente visto che buona parte si sono dovuti dimettere per il coinvolgimento nelle inchieste o per le denunce dello stesso Gabrielli. Ma non parlate a Marino di Gabrielli. Il prefetto per Marino è come per Bonaparte il maresciallo Blucher nel bosco diWaterloo, semplicemente non esiste. Gabrielli faccia pure ciò che vuole, non potrà comunque che dimostrare gli straordinari risultati già raggiunti dalla giunta. Diteci voi se stiamo scherzando o se siamo nel cuore di una tragedia. D’altra parte si capisce anche che il sindaco si senta al di sopra di ogni sospetto. Sia il prefetto che il governo hanno sostenuto che non c’erano gli estremi per sciogliere il comune per mafia. Dunque che cosa volete? Se in una situazione così terrificante, dove i boss della criminalità organizzata si celebrano e si incensano come “re di Roma”, la giunta ed il sindaco non ne hanno responsabilità, loro vivono su un altro mondo, quello subacqueo tra il Texas, le Bahamas. Che cosa si può loro rimproverare? Ora Marino può anche tornare tranquillo. I carabinieri che lo attenderlo all’aeroporto, non vogliono arrestarlo, sono lì solo per garantirgli la necessaria sicurezza.

Roma, 1 settembre 2015